Recentemente mi sono ritrovata in un brainstorming in cui il mio lavoro di copy è stato completamente stravolto.
Ora... Io non ho una consolidatissima esperienza sul campo. Ma mi sono resa conto che il problema non era tanto che il mio lavoro fosse “brutto” o “sbagliato”; ma la persona che avevo di fronte si era accorta che quello che mi aveva detto di comunicare, e il come mi aveva detto di comunicarlo, non erano ciò che voleva comunicare!
Morale? Non lo so se c’è una morale a questo.
Del resto, qualche volta ci si accorge troppo tardi di quello che si vuole o, come nel mio caso, analisi successive possono portare a conclusioni diverse (e allora perché non comunicarlo?!).
Purtroppo la situazione non è proseguita al meglio perché questa persona, di fronte alle mie domande di contenuto (Cosa va bene in quello che ho fatto? Cosa non va bene? Qual è il messaggio che vuoi comunicare? Cosa vuoi dire?) si è chiusa a riccio, pretendendo che le tirassi fuori in quattro e quattr’otto una bella frase creativa che le risolvesse il problema (ma se non so cosa devo dire, come faccio a dirlo?)
Morale? Sì, adesso una morale l’ho trovata.
Il copy non ha il cilindro magico... o meglio, ce l’ha! Ma come fa a sapere se deve tirare fuori un coniglio o una colomba se non sa se gli altri vogliono un animale che salta o un animale che vola?
Senza dubbio è una domanda su cui bisogna insistere molto.
Simona Cremonini