Creativaconcc, copywriter freelance "pratica"

Il blog "creativaconcc" - selezione di notizie, idee e opportunità nel campo della scrittura - è un'iniziativa di Simona Cremonini, copywriter/editor/addetta stampa libera professionista.
Come creativaconcc (ovvero "creativa con conto corrente") sono costantemente disponibile per nuove collaborazioni con agenzie di comunicazione, case editrici, redazioni giornalistiche, enti, aziende, autori e professionisti nei campi della scrittura pubblicitaria, redazione testi, ufficio stampa, editing, correzione bozze, oppure per l'organizzazione di eventi letterari (festival, corsi, presentazioni).

Per preventivi potete visitare il sito personale oppure scrivermi a creativaconcc@simonacremonini.it


giovedì 30 gennaio 2014

[Risorsa] Editoria tradizionale o autoproduzione?














Scegliere la via dell'editoria tradizionale o dell'autoproduzione? 

Un bel post di Davide Mana analizza alcuni dati di percezione da parte degli autori:
http://strategieevolutive.wordpress.com/2014/01/30/editoria-tradizionale-o-autoproduzione-lopinione-degli-autori/

lunedì 27 gennaio 2014

10+1 cose da fare per promuoversi su Facebook come scrittore


Una cosa che mi colpisce molto, frequentando Facebook, sono gli scrittori che si autopromuovono e che, indefessi, continuano a postare su tutti i gruppi, tutti i giorni, post dei loro libri… ma serve a qualcosa? Hanno dei riscontri? Mi chiedo se effettivamente vendono dei libri...


Riflettendo su questo e su altri aspetti, ho pensato di iniziare a pubblicare dei 10+1 su tutte quelle cose "elementari" da fare sui Social Network per promuoversi.


Iniziamo con Facebook…

1) Creare la propria pagina, metterle un'immagine profilo e una di copertina, compilare i vari campi per la pagina "Info".
Ovviamente si può anche, semplicemente, avere un blog/sito dove siano disponibili le informazioni sul proprio lavoro/libro/prodotto, da linkare su Facebook, ma credo che se si punta a stare su Facebook bisognerebbe avere una propria pagina.

2) Aggiornare la pagina, decidendo periodicità e tipologia degli aggiornamenti; fare, laddove si può e negli aspetti che si possono sviscerare, un piccolo piano editoriale. 
Aggiornare il piano editoriale quando si decidono di introdurre dei cambiamenti.

3) Una volta che la pagina ha un aspetto completo (con immagini, un post di benvenuto, ecc), invitare i propri amici del profilo privato a cliccare "mi piace" e condividere la pagina sul proprio profilo.

4) Inserire la pagina in tutti gli spazi che segnalano i nostri contatti (sito, blog, profili su altri social, firma nelle email, biglietti da visita, ecc.)

5) Far conoscere la pagina sui Gruppi che possono avere degli utenti interessati: per esempio condividere la pagina di un romanzo di fantascienza sui gruppi che parlano di fantascienza o di narrativa fantastica.
(Credo che però sia sufficiente postarla una volta o solo ogni tanto, continuare a postare tutti i giorni senza mai dialogare credo serva a poco…)

6) Decidere se si vuole gestire la pagina da soli o se si vuole farsi aiutare; nel secondo caso, dare il ruolo di gestore o amministratore ad amici che possono aiutarci a fare post e/o invitare i loro contatti.

7) Valutare campagne a pagamento per aumentare la popolarità della pagina.

8) Produrre i contenuti che ci servono e pubblicarli (sempre ovviamente a seconda del "piano editoriale" fatto inizialmente)
Ricordarsi di segnalare eventi piccoli e grandi che riguardano l'attività oggetto della pagina.
Nel caso degli scrittori, visto che è l'esempio da cui sono partita, segnalare presentazioni e relative locandine, oppure uno sconto promozionale sul sito dell'editore, un'iniziativa a cui si è stati invitati...

9) Produrre contenuti interessanti per chi ha messo " mi piace".
Purtroppo il punto 8 e il punto 9 a volte non coincidono… su questo bisogna farsi un serio esame di coscienza, perché la comunicazione su Facebook diventa davvero efficace quando i contenuti piacciono e vengono poi condivisi dagli altri utenti.

10) Valutare campagne a pagamento per i contenuti più interessanti o in vista di un evento.

10+1) Dare ai propri fan/lettori qualcosa di veramente unico che li faccia tornare a dare un'occhiata… 


giovedì 23 gennaio 2014

[Alla lavagna] #CoglioneNo ma realista sì.


In questi giorni sto seguendo quanto sta succedendo su internet a proposito della campagna #CoglioneNo, cercando di capirne sia le dinamiche virali sia i contenuti.

Sì, perché aderisco con entusiasmo quando si tratta di ribadire che ognuno andrebbe pagato e andrebbe pagato il giusto per il lavoro che fa (e sono 7 anni che su questo blog cerco di capire insieme a chi mi legge quanto sia il giusto…), ma dall'altra parte non voglio smettere di essere critica su tutta la realtà in cui vivo e di cui vivo. Credo che un po' di autocritica ce la dobbiamo fare noi "creativi" e "freelance" in primis, perché "pur di" c'è un po' troppa gente che si presta a certe situazioni.

Da sempre sono convinta che l'esperienza vada fatta, e se serve anche gratis, ma se devo collaborare a titolo gratuito o fare uno stage intanto deve essere un'attività in cui effettivamente imparo quello che in futuro farò per essere pagata/o (non fare fotocopie…) e soprattutto che ci siano dei limiti che una/o si deve dare quando fa quelle esperienze. E parlo di limiti di tempo e denaro.

Ci resto male di fronte a chi mi dice che da anni sta tentando di lavorare scrivendo, ma non riesce.

Ci resto male quando qualcuno mi dice che da anni scrive per lo stesso giornale a 3 euro a pezzo. E non parlo dei due anni del tesserino, che uno può anche fare un sacrificio… Parlo di 8-10-12 anni. "Hai mai pensato di lasciar perdere?" mi viene da domandare. "Non avresti più soddisfazioni a farti un blog e a parlare di un argomento che interessa a te?" 

Ci resto male quando scopro che gente che scrive da anni e che ha 10-15 anni di esperienza ora inizieranno a pagarla… Mi è successo in questi giorni: e ovviamente mi chiedono "che cosa posso chiedere come compenso?", quando io dopo 7 anni di partita iva ancora valuto i preventivi caso per caso.

Ci resto male quando qualcuno pensa che con un corso di 6 lezioni pagate profumatamente poi potrà vivere scrivendo (come se i clienti e le collaborazioni piombassero dal cielo…).

Ci resto male che ci sia gente che può permettersi per anni di non lavorare, facendo finta di lavorare nel settore in cui vorrebbero lavorare, ma senza che sia effettivamente questo a dar loro da vivere… Sì, io penso che se uno è un professionista vada pagato per il lavoro che fa e che debba vivere di quello. E che non debbano esserci famiglie, nonne, amanti che lo mantengono mentre il mercato di questi lavori si affolla di figure che tengono il piede dentro la porta per non farla richiudere, ma che non ne fanno davvero parte.

Leggendo anche qualche commento sulla pagina Facebook di #CoglioneNo, credo che molti debbano farsi un esame di coscienza.

lunedì 13 gennaio 2014